sabato 19 maggio 2012

CESARE PIETROIUSTI E ANNA SCALFI EGHENTER - CHIESA DI SAN DOMENICO, ALBA



CESARE PIETROIUSTI E ANNA SCALFI EGHENTER
a cura di Francesca Comisso
Chiesa di San Domenico
Via Calissano - Alba
dal 19/5/2012 al 10/6/2012

Il progetto è inserito all’interno di “La primavera della cultura, del gusto e del vino” promosso dalla Città di Alba.
Continua ad Alba la mostra “Senza Titolo” dedicata a Pinot Gallizio, curata da Liliana Dematteis e dall’Archivio Gallizio, un’occasione unica per vedere esposto per la prima volta nella sua interezza il rotolo di pittura industriale lungo 74 metri realizzato nel 1958. Un grandissimo successo per la mostra allestita in San Domenico visitata in due mesi da quasi 10 mila persone di cui oltre 700 nella sola giornata di sabato 12 maggio, in occasione della Notte Bianca delle librerie.
E in occasione dell’allestimento nella chiesa di San Domenico, l’Archivio Gallizio ha invitato Cesare Pietroiusti e Anna Scalfi Eghenter, artisti tra i più significativi della scena italiana contemporanea, a esporre opere che secondo nuove e differenti prospettive riflettono sui concetti di valore, produzione, unicità e serialità che furono alla base della pittura industriale di Pinot Gallizio.
Se con la quantità Gallizio intendeva inflazionare il mercato e disseminare l’arte nella vita quotidiana, con il progetto Senza titolo (distribuzione gratuita di disegni a possesso transitorio) Cesare Pietroiusti agisce sul piano del dono estendendone la logica a minare i sistemi di scambio commerciale e i principi di attribuzione del valore. Per questa mostra l’artista realizzerà, anche in collaborazione con alcuni studenti delle scuole superiori di Alba, centinaia di disegni su carta in esemplare unico, numerati e firmati, che il pubblico potrà prelevare gratuitamente fino a esaurimento. Il valore di ciascuno di essi è tuttavia determinato da una regola stabilita dall’artista che ne vincola la proprietà: ogni qual volta il possessore del disegno lo esibisca, in privato o in pubblico, deve accettare di cederlo a chiunque ne faccia richiesta. Il che equivale a dire che l’opera, come in molti altri lavori di questo artista, è il correlativo di un comportamento che mette in discussione le norme, sfugge alle regole del sistema economico e ne sottolinea paradossi e criticità.
Con l’opera Grande Disegno, realizzata nel 2011, Anna Scalfi Eghenter si misura invece con il tema dell’unicità e della serialità, dei processi come dei significati: una pezza di cashmere e seta lunga 30 metri presenta sulla sua superficie, come motivo decorativo, l’iscrizione 68TN, l’anno culmine dei movimenti studenteschi che hanno avuto molti dei loro principali protagonisti nella Facoltà di Sociologia di Trento, dove l’artista ha studiato. Una data con la quale si diede inizio al “grande disegno” di trasformazione della società, emblema di un’utopia irrealizzata che l’artista traduce nel disegno di un logo commerciale. Come sottolinea Scalfi nel testo pubblicato in occasione della sua personale alla Fondazione Galleria Civica di Trento, nel segno grafico circolare, “che normalmente attribuisce un vincolo di registrazione legale sull’uso del logo, è trasferita la sigla della città”. Un disegno ripetuto su un tessuto morbido, confortevole e pregiato, che nella versione “a pezzi” si può anche vendere al metro in preziose pashmine.
In relazione all’evento espositivo sono previste occasioni di incontro e confronto con gli artisti, e in particolare un workhop durante il quale Cesare Pietroiusti presenterà il proprio lavoro e realizzerà con un gruppo di studenti delle scuole superiori di Alba alcuni disegni destinati alla distribuzione gratuita.
Con questa iniziativa l’Archivio Gallizio aggiunge un nuovo appuntamento al ciclo di mostre dedicate al confronto tra i principali temi e i nodi critici sollevati dalla ricerca dell’artista albese e le pratiche artistiche contemporanee. Nel 2010 una mostra alla galleria Martano ha documentato il dialogo tra l’opera di Gallizio e la ricerca dell’artista polacca Goshka Macuga (a cura di Francesca Comisso).

Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) è medico psichiatra, co-fondatore nel 1979 del Centro Studi Jartrakor, spazio sperimentale autogestito, e della Rivista di Psicologia dell’Arte. Docente in Arti Visive allo IUAV di Venezia (dal 2004) e alla MFA Faculty presso l’Art Institute Boston alla Lesley University (dal 2010), è co-curatore del Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti di Como (dal 2006). Nel 1997 è stato fra gli iniziatori delle residenze e dei convegni che hanno dato vita ad Oreste, un network di artisti con cui nel 1999 ha partecipato alla 48ª Biennale di Venezia, alla quale era stato invitato. Attivo in ambito artistico dal 1977, con progetti e mostre in Italia e all’estero, in gallerie e spazi pubblici dentro e fuori il museo, ha esposto, fra l'altro, nella sezione Aperto della Biennale di Venezia del 1990, alla Serpentine Gallery di Londra (1992), al Louisiana Museum di Humlebæk (1996), ad Art in General a New York (2001), alla Ikon Gallery di Birmingham (2007), al Mambo di Bologna (2008), alla seconda edizione della Biennale di Atene (2009), al MAXXI di Roma (2010).
Negli ultimi anni il suo lavoro si è concentrato soprattutto sul tema dello scambio e sui paradossi che possono crearsi nelle pieghe dei sistemi e degli ordinamenti economici. A partire dal 2004 ha irreversibilmente trasformato banconote altrui; distribuito gratuitamente decine di migliaia di disegni individualmente prodotti e firmati; (…) organizzato ristoranti in cui al termine del pasto, invece di pagare, si ricevono i soldi del prezzo del cibo scritto sul menu, allestito mostre in cui le opere sono in vendita non in cambio di denaro ma delle idee o delle proposte dei visitatori. www.evolutiondelart.net; www.pensierinonfunzionali.net

Anna Scalfi Eghenter (Trento 1965) usa la pratica artistica come uno strumento utile per intervenire nel laboratorio del reale. La formazione sociologica orienta la sua ricerca a una sperimentazione organizzativa dove incrocia le regole del campo con i confini dell’agire concesso. Artista indipendente, include nel contesto dell'intervento l'analisi dell'intero processo realizzativo, rapportandosi a territorio, produzione e istituzioni come elementi costitutivi. La sua ricerca riflette una formazione interdisciplinare all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, all’Accademia d’Arte Drammatica S. D’Amico di Roma, alla Facoltà di Sociologia di Trento e alla Essex Business School, dove sta concludendo un programma di PhD in Studi Manageriali.
I suoi lavori sono stati presentati al MART-Museum of Modern and Contemporary Art a Rovereto (2007), a Manifesta7 - Parallel Events (2008), alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino (2008), alla Fondazione Galleria Civica di Trento (2009), alla Fondazione Pistoletto a Biella (2010), alla Reale Accademia di Spagna a Roma (2011) e recentemente alla Kadist Art Foundation di Parigi e al CESAC - Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee al Filatoio di Caraglio, dove un suo nuovo progetto è attualmente esposto nella mostra Mente locale. www.scalfiandeghenter.com

E resta visitabile permanentemente al secondo piano del Centro Studi Beppe Fenoglio lo Spazio Gallizio con l’installazione L’Anticamera della morte, donata dall’Archivio Gallizio alla città di Alba. Si tratta di un’opera ambientale realizzata dall’artista pochi mesi prima della sua morte, avvenuta nel febbraio del 1964, ricoprendo con una stesura monocroma di nero fumo un mobile a scaffale del suo studio. Una libreria in cui Gallizio - che era stato partigiano, farmacista, chimico, archeologo, pittore - aveva disposto una serie eterogenea di oggetti accumulati nel corso di una vita. Una sorta di wunderkammer al rovescio, con cui la ricerca artistica di Gallizio si affacciava ai nuovi linguaggi delle neoavanguardie europee e internazionali.