domenica 24 giugno 2012

RICOSTRUZIONE FUTURISTA - MART, ROVERETO




RICOSTRUZIONE FUTURISTA
MART
Corso Bettini 43 - Rovereto
dal 23/6/2012 al 30/9/201

La seconda stagione creativa del Futurismo è al centro di una mostra del Mart che documenta la volontà di Giacomo Balla e Fortunato Depero di azzerare le distanze tra arte e vita.

Il Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto presenta dal 23 giugno al 30 settembre 2012 “Ricostruzione Futurista”, a cura di Nicoletta Boschiero.
Il titolo richiama uno dei testi chiave delle avanguardie italiane del novecento: il manifesto Ricostruzione futurista dell'universo, firmato nel 1915 da Giacomo Balla e Fortunato Depero. Non solo un documento di elaborazione teorica, ma un vero e proprio spartiacque: allo scoppio della prima guerra mondiale il movimento futurista stava abbandonando l’aggressività degli esordi, per avviarsi verso una seconda fase caratterizzata piuttosto dall’esigenza di un’arte totale.

Dopo la morte di Umberto Boccioni nel 1916 il programma di Ricostruzione futurista dell'universo diventa il tratto essenziale del “secondo futurismo”.
Gli esiti sono stati concreti e molteplici: dall'arredo alla moda, dal cinema al teatro, dalla musica alla danza, dal manifesto pubblicitario all'oggetto d'uso.
Balla e Depero, ma anche Tullio Crali, Enrico Prampolini, o Thayaht hanno addirittura anticipato di parecchi decenni il ruolo dell’artista come di promotore di se stesso attraverso l’editoria, la corrispondenza e la fotografia.

La mostra
I temi centrali di Ricostruzione futurista dell'universo fanno da filo conduttore del percorso espositivo: Scena, Movimento, Volo, Autopromozione, Io/ombra, Automa.
La primissima opera proposta al visitatore, tuttavia, è “Sal's Red Hauler Special”, il veicolo da corsa che Salvatore Scarpitta realizzò nel 1966, ispirandosi idealmente alle indagini futuriste su velocità e movimento. Non un fuori programma, quindi, ma una delle testimonianze presenti in mostra dell’eredità del Futurismo. Opere, fotografie, libri e corrispondenza provengono dall’archivio Mart, ricchissimo giacimento culturale dal quale si è attinto per regalare all’esposizione un senso più profondo della longevità del movimento protrattasi ben oltre la vita stessa degli artisti.

Scena
Sergeij Diaghilev, impresario dei Balletti Russi, commissionò nel 1916 a Depero le scene e i costumi di “Le Chant du Rossignol”, il balletto ispirato alla fiaba di Andersen, musicata da Strawinskij. La monumentale “Flora magica” in legno creata da Depero per il balletto è in mostra, in una ricostruzione accompagnata da studi preparatori e bozzetti. Il teatro diventa il palcoscenico ideale del segno sperimentatore futurista anche per Tullio Crali presente in mostra con i bozzetti dei suoi allestimenti scenici seriali.
Luigi Veronesi e Alain Arias-Misson sono accolti in questo spazio con piccole maquettes, teatrini che, seppur lontani nel tempo dal cuore del futurismo, ne continuano idealmente il tratto peculiare.

Movimento e Autopromozione
Il termine “movimento” significa da un lato corrente artistica, e dall’altro fisicità, velocità, spostamento. Una doppia lettura linguistica che è sfruttata da questa sezione.
Si potranno vedere alcuni dipinti molto rappresentativi del secondo futurismo – come “Movimento d’uccello”, 1916 di Fortunato Depero, “Vortice”, 1914 o “Velocità d’automobile”, (1913), di Giacomo Balla, o “Le forze della curva” e le “Aerodanzatrici” in metallo di Tullio Crali, del 1930.
Ma anche le fotografie del 1931 della danzatrice futurista Giannina Censi, provenienti dal Fondo Giannina Censi conservato presso l’Archivio Del ‘900 del Mart, e le sperimentazioni fotografiche di Alberto Montacchini, Giuliparisio, Tato, e Ivos Pacetti, che cercavano di ricreare il movimento sulla lastra fotografica.
La parte finale di questa sezione documenta attraverso i materiali dell’Archivio del ‘900 le ambizioni di autopromozione così caratteristiche dei futuristi.
L’uso di editoria e corrispondenza come mezzi espressivi privilegiati è stato significativo per tutto il secolo scorso: i libri d’artista di Luigi Ontani e Luciano Caruso mostrano felici esiti anche nella contemporaneità; l’ambito della mail art, oltre agli antesignani Balla e Depero, è testimoniato in mostra da Vittore Baroni e Guglielmo Achille Cavellini.

Il volo
Il mito della velocità e del rischio - nuova mistica dell’era moderna- si trasformerà tra la fine degli anni Venti e i primi anni Quaranta, nell’aeropittura futurista: per Tullio Crali il soggetto aviatorio, mostra una forte componente lirica e cosmica che gli permette di trasferire allo spettatore la vertigine e l'ebbrezza degli stati d'animo provati durante il volo.
La ricerca di Enrico Prampolini invece imbocca, fin dal 1928, una strada originale vicina alla poetica surrealista e che poi sfocerà verso l’astrazione materica informale.

Io/Ombra e Automa
Le ultime due sezioni della mostra, Io/Ombra e Automa, saranno aperte al pubblico a partire dal 17 luglio.
Io/Ombra presenta soprattutto ritratti fotografici di artisti come Depero, Mario Castagneri ed Edmund Kesting, ma anche opere di Giuseppe Uncini, Fausto Melotti, Franco Vaccari e Luca Quartana che in tempi recenti hanno ragionato su questo tema.
Automa è un termine che ha sempre appassionato i futuristi: da Pannaggi a Depero che nel 1924 con “Anihccam del 3000”, il ballo delle macchine, aveva inventato costumi come “sintesi tubolari di locomotive umanizzate, costruite in cartone reso snodabile con applicazioni di tela, decorate con cifre in bianco e nero”.

Insieme a Depero, anche Thayaht e Romano Bertelli sono tra i fautori del nuovo corso dell'estetica futurista, che in quegli anni si confronta con ricerche analoghe dell’avanguardia internazionale. I ritratti anonimi di Mussolini (“Testa di Mussolini”, 1933 di Bertelli o “Condottiero (Dux con pietra miliare)”, 1929 di Thayaht) sono la più acuta descrizione del ventennio fascista realizzata in quegli anni.
La mostra si chiude con le marionette realizzate da Luigi Veronesi nel 1943 per L’Historie Du Soldat di Igor Stravinskij.