sabato 29 marzo 2014

PATRICK TUTTOFUOCO: AMBARADAN - STUDIO GUENZANI, MILANO




PATRICK TUTTOFUOCO
AMBARADAN
a cura di Nicola Ricciardi
Studio Guenzani
via Eustachi 10 - Milano
dal 28/3/2014 al 19/5/2014

Guardò per un'ultima fugace volta il vassoio semi-vuoto che giaceva di fronte a lui – la carta stropicciata, residui di salsa e resti di patatine, una cannuccia ancora avvolta nella sua confezione bianca – poi con un movimento lento ma deciso si alzò. Le mani a fare pressione sul tavolo, i polpacci che con una leggera spinta allontanano la sedia, la schiena che assume una posizione eretta. Solo una vibrazione nella tasca destra dei pantaloni interruppe il movimento. Estrasse il telefono e passò delicatamente il pollice sullo schermo, lasciando una traccia sulla superficie altrimenti immacolata. Un altro cliente, non distante da lui e seduto anch’egli da solo davanti ad un vassoio semi-vuoto, osservò l'abbagliante luce del display riflettersi negli occhi di lui mentre leggeva il contenuto del messaggio: via degli Omenoni numero 3. 
Ricacciò in tasca il telefono, prese con entrambe le mani il vassoio e lo ripose sul cestino alle sue spalle, quello con sopra inciso un doppio arco dorato. Dopo essersi infilato la giacca, una manica per volta, scese un piano di scale e usci nella piazza. L’aria era quella di inizio autunno. Davanti a lui si ergeva la cattedrale illuminata, alla sua sinistra i portici con i negozi anche loro illuminati. Se avesse spostato lo sguardo verso destra e verso l'alto avrebbe notato la grossa scritta in neon rosso che sembrava fluttuare nell’aria al buio della sera. Decise di prendere lo scooter. Era parcheggiato accanto ad un piccolo taxi bianco, e da lontano sembrava grande esattamente la metà di quest'ultimo. Due minuti di pavé e di una brezza fredda sul collo scoperto e sulle mani senza guanti e fu a destinazione. Parcheggiò sul marciapiede. Lei gli si fece incontro con passo veloce e, prima ancora che avesse il tempo di togliersi il casco, gli disse tutto d'un fiato e con una certa apprensione: “E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?” Lui non rispose, ma mentre scendeva dallo scooter, inseriva il bloccasterzo e apriva il sottosella, si limitò a pensare, con rammarico e frustrazione: “Era una soluzione, quella gente.” 

Dopo 5 anni, Patrick Tuttofuoco torna a Milano con una mostra personale a cura di Nicola Ricciardi. Proprio alla città che l'ha cresciuto sia personalmente che artisticamente è a suo modo dedicata questa nuova serie di lavori, che nasce dall'esigenza di confrontarsi con le trasformazioni del contesto urbano, le mutazioni dei consumi, e la permeabilità del sistema dell'arte cittadino. Cinque sculture, liberamente ispirate alla facciata della Casa degli Omenoni, che continuano la ricerca da parte dell'artista intorno all'immagine dell'uomo e le sue possibili trasformazioni. 
Le opere invadono sia la galleria sia alcuni spazi esterni - pubblici e privati - che esulano dal contesto dell'arte, ma che si sono tuttavia lasciati coinvolgere in un processo di negoziazione e scambio, cedendo all'artista alcuni loro oggetti-simbolo, esposti in galleria per la durata della mostra. Non readymades o semplici appropriazioni, ma segni tangibili di un pensiero: ovvero che sia solo nella predisposizione a lasciarsi contaminare che ogni realtà reca inscritta l'idea che ha di se stessa. A far da sfondo, un tappeto musicale, frutto della collaborazione con Novo Line, progetto musicale di un compositore Americano residente a Berlino. 
Il progetto nasce dalla volontà di concretizzare una conversazione tra artista e curatore iniziata nell’estate del 2013 a Milano e continuata nel corso dei mesi tra Berlino e New York, e di approfondire un interesse condiviso nei confronti dei processi di mutazione culturale. A questo dialogo hanno preso parte nel tempo, con contributi di diversa natura e sostanza, anche Claudio Guenzani, Novo Line, Ermanno Previdi, McDonald’s e – inconsapevolmente – Alessandro Baricco. A loro vanno i più sentiti ringraziamenti da parte dell’artista e del curatore. 

Patrick Tuttofuoco (1974) vive e lavora a Berlino. Le sue opere sono state esposte all'interno di contesti museali e in spazi pubblici sia in Italia (Biennale di Venezia, Galleria d'Arte Moderna di Milano, Piazza del Popolo a Roma, MART di Rovereto) che all'estero (Museum of Contemporary Art di Tokyo, De Appel di Amsterdam, Biennale di Shanghai, Biennale de l'Avana, Triennale di Folkstone). Nel 2013, Tuttofuoco è stato protagonista di una doppia personale assieme a Diego Perrone presso l’Antinori Familiae Museum a San Casciano e di una mostra personale, organizzata in collaborazione con la Fondazione Re Rebaudengo, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid.