venerdì 20 giugno 2014

LUIGI MAINOLFI: IL SOLE E ALTRE STORIE - TORRIONE PASSARI, MOLFETTA





LUIGI MAINOLFI
IL SOLE E ALTRE STORIE
a cura di Gaetano Centrone
Torrione Passari
via S.Orsola 13 - Molfetta
dal 21/6/2014 al 10/9/2014

Tre luoghi - Torrione Passari, Chiesetta Santa Maria de Principe e Palazzo Dogana – ad accogliere diverse opere recenti e storiche tra cui Solsud (dai capelli al vento), 2014, Colonne di Maggio (Arpie Cina), 2005, Nacchere il Sud, 1990-91, Per quelli che volano, 2014 realizzata per l’occasione in loco - insieme ad una sezione dedicata al video e alla fotografia degli anni Settanta: questi gli elementi per definire l’identità articolata e poliedrica del lavoro di Luigi Mainolfi, in una mostra che s’inaugurerà a Molfetta sabato 21 alle ore 19.30 e sarà fruibile fino al 10 settembre 2014.
La mostra, a cura di Gaetano Centrone, si configura come un percorso artistico inedito che si dipana lungo il centro storico, in un itinerario cittadino pervaso dall’opera di uno dei principali rappresentanti della scultura post-concettuale.
Caudino di nascita, di stanza a Torino, Luigi Mainolfi rende omaggio ai Sud del mondo e alla città di Molfetta con Solsud nel Torrione Passari; l’opera, per mezzo dei suoi raggi espansi in molteplici direzioni, favorisce la percezione trascendentale di un rapporto esclusivo dell’artista con la materia. Una relazione che diventa privilegiata in Nacchere il Sud, allestita nella Chiesetta di Santa Maria de Principe; un luogo chiave per evocare quella esclusiva “composizione della materia primaria”, in una ripetizione delle forme di cui Mainolfi si serve per dedicarsi integralmente all’atto creativo.
La sua ricerca, che percorre ininterrottamente la strada della sperimentazione, è qui, per certi versi, geometrica, in una replica modulare che si orienta in direzione della sensibilità e della manualità.
Il suo rapporto con la natura, il corpo e la pelle, nutre aspirazioni allo slancio verso l’alto. Aspirazione che si sublima nell’azione dal titolo Per quelli che volano, sul tetto di Palazzo Dogana, quasi ad eludere la materia in virtù di un ideale di leggerezza e di volo.
Infine, l’itinerario di Luigi Mainolfi conduce il visitatore nella sezione video-fotografica dedicata agli anni Settanta. Qui un impetuoso e giovane artista attua le sue azioni utilizzando gli strumenti convenzionali dell’arte, sfidandone le regole per mezzo della provocazione, della distruzione e del rito sacrificale, per esaltare il processo creativo, più che il prodotto della sua ricerca.
Mainolfi - che da sempre si definisce scultore - attraverso la mostra traduce in una visione singolare alcuni degli aspetti più significativi della sua quarantennale attività d’artista in una città, Molfetta, sempre attenta ai fatti d’arte.