domenica 21 settembre 2014

ENZO MELANDRI: I GENERI LETTERARI E LA LORO ORIGINE - QUODLIBET 2014




ENZO MELANDRI
I GENERI LETTERARI E LA LORO ORIGINE
prefazione di Giorgio Agamben
Quodlibet (17 settembre 2014)
Collana: Quodlibet

«Questo breve capolavoro, pubblicato alcuni anni dopo la grande opera La linea e il circolo (1968), offre un’occasione privilegiata per comprendere il funzionamento di quella cosa mirabile quanto enigmatica che era ed è la mente di Enzo Melandri. Come nel libro maggiore (usiamo qui il termine in senso esclusivamente quantitativo), anche qui una singolarità mortale ed effimera ha impresso sull’immortalità del pensiero un segno inconfondibile».
Dalla prefazione di Giorgio Agamben

Confrontandosi in modo inedito con l’antico problema dei generi letterari, Enzo Melandri s’interroga innanzitutto sul perché esista qualcosa come i generi letterari, cioè sulla loro origine. Non solo, dunque, una questione, pur importante, di storia della letteratura, ma il problema genuinamente filosofico dei limiti del linguaggio e degli espedienti che esso deve mettere in atto per esprimere l’impossibilità della parola di venire a capo del suo rapporto col mondo. I generi letterari – la tragedia, la commedia, l’epica, l’elegia ecc. – appaiono, in questa prospettiva, come la traccia musicale ed emotiva che l’esperienza dei propri limiti segna sul linguaggio.

Enzo Melandri è nato a Genova il 14 aprile 1926. Dopo aver svolto inizialmente studi tecnici di indirizzo chimico, impara «l’arte dell’autodidatta», conseguendo nel 1954 il diploma di maturità classica. Frequenta l’Università di Bologna, laureandosi in Filosofia nel 1958. Dal 1958 al 1961 è lettore di italiano presso l’Università di Kiel (Germania). Nel 1962 ottiene l’incarico di Filosofia teoretica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Lecce, mentre nel 1963 ha l’incarico di Filosofia presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Bologna, all’interno della quale svolge il suo intero corso accademico, se si fa eccezione per gli anni tra il 1972 e il 1974, in cui – conseguito l’ordinariato – tiene anche l’insegnamento di Filosofia morale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste. Dal 1983 il suo insegnamento è mutuato dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna. È morto il 25 maggio 1993 a Faenza, dove risiedeva.
Parallelamente all’attività universitaria, collabora a lungo – fin dalla fine degli anni Cinquanta – con la casa editrice il Mulino, per la quale effettua traduzioni e curatele di numerosi volumi e pubblica alcuni dei suoi più importanti lavori (cfr. la bibliografia completa degli scritti di Enzo Melandri in Id., La linea e il circolo. Studio logico-filosofico sull’analogia (1968), introduzione di Giorgio Agamben, Quodlibet, Macerata 2004).
Nel 1979 istituisce un gruppo interdisciplinare di studi leibniziani, in seguito affiliato col nome di «Sodalitas Leibnitiana» alla Leibniz-Gesellschaft di Hannover. Collabora attivamente, negli anni Ottanta, alle attività del Centro di studi per la filosofia mitteleuropea (con sede a Trento); partecipa nel 1982 alla realizzazione di «Topoi», rivista internazionale di filosofia.
Sempre in quegli anni dà vita agli «Annali dell’Istituto di discipline filosofiche» dell’Università di Bologna, poi trasformatisi – a partire dal 1991 – nella rivista semestrale «Discipline filosofiche», di cui è stato il primo direttore.