giovedì 25 settembre 2014

GIORGIO DE CHIRICO E L'OGGETTO MISTERIOSO - SERRONE DI VILLA REALE, MONZA




GIORGIO DE CHIRICO E L'OGGETTO MISTERIOSO
a cura di Victoria Noel-Johnson
Serrone della Villa Reale
viale Brianza 2 - Monza

Dopo uno straordinario lavoro di restauro, le splendide sale della Reggia di Monza sono pronte ad accogliere un ricco programma di attività culturali. Ad inaugurare la stagione delle grandi mostre sarà “Giorgio de Chirico e l’oggetto misterioso” ospitata nel Serrone della Villa Reale dal 27 settembre 2014 fino al 1 febbraio 2015. La mostra, promossa dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza in collaborazione con il Comune di Monza, è ideata, prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.
Giorgio de Chirico è senza dubbio la figura artistica più importante e poliedrica del panorama italiano del Novecento. Pittore, scultore, scenografo, costumista, scrittore, illustratore di opere letterarie, dal racconto mitologico ai grandi classici moderni, grande conoscitore della filosofia antica e moderna e amante della cultura classica, riporta nelle sue opere elementi di questa sconfinata conoscenza. La sua pittura metafisica è carica di suggestione, ricca di atmosfere enigmatiche in cui dominano l’immobilità e il silenzio, dove la prospettiva ha un ruolo fondamentale all’interno della composizione. L’esposizione, a cura di Victoria Noel-Johnson con la collaborazione di Simona Bartolena, presenta oltre trenta opere della collezione della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico dagli anni Quaranta fino alla metà degli anni Settanta, con l’obiettivo di illustrare il ruolo che l’oggetto misterioso gioca nella produzione artistica del Maestro.
Il percorso della mostra sarà iconografico, per meglio approfondire il rapporto del pittore con alcune tematiche della sua ricerca, in particolare con la presenza ricorrente di alcuni oggetti. Il microcosmo artistico di Giorgio de Chirico, fatto di visioni, fantasie e ricordi, ci offre un punto di vista inconsueto su oggetti comuni e molto famigliari che pensiamo di conoscere, ma che all’interno dell’opera assumono un significato diverso nel momento in cui vengono combinati tra loro in modo inaspettato o illogico. “[...] mi accorsi che ci sono moltissime cose strane, sconosciute, solitarie che possono essere tradotte in pittura [...]. Rappresentarsi tutto come enigma [...][incluso] l’enigma di cose considerate in genere insignificanti. Sentire il mistero di certi fenomeni dei sentimenti, dei caratteri di un popolo, immaginare anche i geni creatori come oggetti molto curiosi che possiamo rigirare da tutti i lati. Vivere nel mondo come in un immenso museo di stranezze, pieno di giocattoli bizzarri, variopinti, che cambiano aspetto, che a volte come bambini rompiamo per vedere come sono fatti dentro. – E, delusi, ci accorgiamo che sono vuoti” (Giorgio de Chirico, ca. 1912).
La riflessione ci rende partecipe all’indagine dell’artista sull’aspetto metafisico delle cose ordinarie, una ricerca che prenderà diverse forme, rimanendo però sempre fedele alle sue radici concettuali. Il pubblico potrà immergersi nei mondi metafisici del Maestro attraverso straordinarie tele come “Interno metafisico con pere”, “Sole sul cavalletto”, “La meditazione di Mercurio”, “Il poeta e il pittore” e molti altri.
“Il 1913, tuttavia, segnò un cambiamento fondamentale nel lessico iconografico dell’artista, un cambiamento che traduceva “in pittura [...] l’enigma di cose considerate in genere insignificanti” (G. de Chirico, Courbet, 1924). Il microcosmo artistico di de Chirico accolse ben presto oggetti comuni, i cui accostamenti illogici in contesti inaspettati servivano ad accentuare l’inconfondibile Stimmung (atmosfera) che pervadeva i suoi dipinti metafisici precedenti: il senso intrinseco dell’enigma, dello straordinario, del nonsenso. L’indagine dell’aspetto metafisico di cose ordinarie avrebbe svolto in seguito un ruolo centrale nell’opera dell’artista (compreso il periodo neometafisico del 1968-1976), mutando a tratti stile e forma ma restando fedele alle sue radici concettuali [...] Gli studi dedicati agli oggetti misteriosi spesso presenti nell’opera di de Chirico - un termine coniato da alcuni acquerelli degli anni Sessanta e Settanta - sono stati finora principalmente circoscritti all’analisi di determinati periodi o specifici lavori. In ogni caso, la complessità del Maestro e delle sue opere resistono ad ogni tipo di ‘risposta’ definitiva e completa e, pertanto, la finalità di questa mostra [...] evita consciamente di fornire spiegazioni precise e finali sulla materia. Tuttavia, vista la curiosità che destano tali singolari oggetti presenti nelle sue opere, si è cercato di offrire varie chiavi di lettura e interpretazioni generali che possano costituire strumenti utili al lettore non solo per svelare parzialmente il significato di tali enigmi, ma anche per incoraggiare nuove interpretazioni di opere più tradizionali come le sue nature morte o ‘vite silenti’ come l’artista le ribattezzò” dichiara Victoria Noel-Johnson, curatrice della mostra.
Lungo il percorso espositivo le opere saranno accompagnate da video, racconti suggestivi e suoni per un’immersione completa nella vita e nell’opera di Giorgio de Chirico. Attraverso i suoi ricordi, le sue fantasie e le sue visioni il pubblico avrà la possibilità di scoprire la straordinaria personalità artistica e umana del Grande Metafisico che ritroviamo in tutti i suoi lavori e che ha avuto un ruolo fondamentale nello scenario artistico internazionale del Novecento. La mostra, infatti, intende anche approfondire l’influenza che de Chirico ha avuto su buona parte dei linguaggi d’avanguardia del XX secolo.
“Quello di de Chirico con il proprio tempo è un rapporto complesso: ripercorrerne i momenti fondamentali, ricostruendo le relazioni intercorse tra il Pictor Optimus e la scena culturale europea a lui contemporanea, è un esercizio che offre spunti di riflessione straordinari sul vero ruolo di questo artista spesso frainteso o male interpretato e sull’importanza sostanziale della sua ricerca sugli sviluppi dell’arte di tutto il XX secolo. (...) È sorprendente realizzare quanti semi abbia gettato e fatto germogliare questo artista enigmatico e severo, creatore non di un nuovo stile ma di un nuovo pensiero, di un nuovo concetto, che ha saputo diffondersi silenziosamente e senza clamori nel tessuto più profondo dell’arte occidentale, spostandone sensibilmente l’andamento. Concordo con chi sostiene che de Chirico è uno degli artisti che hanno cambiato il corso dell’arte nel Novecento, e questi artisti – si badi bene – si contano sulle dita di una mano. È con tutta probabilità per l’imponenza e l’importanza della novità della sua arte che i Surrealisti prima lo eleggono a proprio nume tutelare e poi cercano disperatamente di ricacciarlo negli inferi; ed è proprio per questo che, di qualsiasi avanguardia si parli, ci troviamo a constatare come de Chirico vi abbia fatto sentire la sua presenza, pur non avendone fatto parte. In anticipo sul ritorno alla classicità, sul recupero dell’antico, sull’esigenza di un’arte che spenga i fuochi avanguardisti per ritrovare un silenzio meditativo, sulla fascinazione dell’ignoto e perfino su alcuni meccanismi psicologici cavalcati poi, sebbene con altre finalità, dal surrealismo, de Chirico è l’ombra che non si può evitare, un genio con cui occorre, prima o poi, confrontarsi”, scrive Simona Bartolena nel suo testo in catalogo. Per tutta la durata della mostra una serie di attività didattiche, laboratori creativi e visite guidate permetteranno anche ai più piccoli di avvicinarsi all’arte del Maestro metafisico.