venerdì 21 novembre 2014

TERRIBILE LA PAROLA, LA SCRITTURA DI RAFFAELE PERROTTA - PALAZZO DUCALE, GENOVA 22/11/2014



TERRIBILE LA PAROLA
Pensiero e parola nella scrittura di Raffaele Perrotta
Palazzo Ducale - Sala Camino
piazza Matteotti 9 - Genova
sabato 22 novembre 2014, ore 15,00

Sabato 22 novembre 2014 (ore 15-19), sala del Camino di Palazzo Ducale a Genova, si terrà il convegno Terribile la parola I filosofi sono succubi del problema-parola, una riflessione sui linguaggi con particolare attenzione al pensiero e alle scritture di Raffaele Perrotta (Napoli, 1936).
Perrotta è filosofo, scrittore, film-maker.
Laureatosi con Emanuele Severino, ne è diventato assistente. Ha insegnato nelle università di Venezia, Sydney, Genova.
Nel 1968, con la moglie Laura Gruppi, fonda la casa editrice Il Periplo; nel 1974, con Sebastiano Vassalli e Adriano Accattino, fonda la rivista letteraria Pianura.
Fra i suoi libri più recenti “Ascolti e silenzi”, “Ombra a rilucere”, “Metacritiche da stilistiche complesse”, “ Attraverso la cruna di un ago”, editi da Aracne.
L’incontro si aprirà con interventi di Giuliano Galletta, Adriano Accattino, Sandro Ricaldone, seguirà la relazione di Perrotta “La dirompenza paradigmatica”.
Il pomeriggio si divide poi in quattro sezioni: “Dialoghi” in cui Perrotta si confronterà con Peter Carravetta, curatore per gli Usa di Perrotta, critico letterario, docente alla Stony Brook University, New York e Riccardo Cavallo, filosofo, critico della cultura.
“Interventi” di Filippo Parodi e Anna Oberto.
Brunetto de Batté, architetto, introduce la sezione “Il linguaggio filmico nel cinema sperimentale” evidenziando la contaminazione dei linguaggi propri dell’autore.
È prevista la proiezione dei film  “(Verso Sirio) alza un canto e quando germinante”  e  “Hans Richter”.
Interventi di Flavia Randi Luginbühl, semiologa e di Massimo Bacigalupo che proporrà un frammento del suo film “200 feet for March 31st” (Joyce).
In “Comunicazioni” prenderanno la parola Luisella Carretta, Stefania Fiorucci, Andrea Panizzi, Stefano Scarenari.
Come spiega Perrotta: “il discorso filosofico si basa sul linguaggio della parola, il cui pensiero è problematico in quanto si regge su statuti “legalizzati” e costruiti accademicamente nonostante che proprio in ambito filosofico, a partire dai presocratici per arrivare a Nietzsche e Derrida, si assista alla decostruzione della scrittura del testo.
La tradizione delle avanguardie ispira la dirompenza paradigmatica del testo, cioè i codici linguistico-espressivi, il discorso come distruzione dell'unità di senso”.