venerdì 25 settembre 2015

FORUM DELL'ARTE CONTEMPORANEA - PRATO 25-27/9/2015




FORUM DELL'ARTE CONTEMPORANEA
Sedi varie - Prato
25-26-2y settembre 2015

Ha avuto inizio ieri il tanto atteso Forum dell’Arte Contemporanea di Prato. Tra domande, aspettative, dubbi e entusiasmo si è tenuta la presentazione al Teatro Metastasio nel centro storico di Prato, in cui sono intervenuti il direttore del Museo Pecci Fabio Cavallucci e altre personalità di spicco del sistema dell’arte italiano.
A seguire, sono iniziate le discussioni intorno ai “tavoli” tematici, oggi dedicati alla “Formazione” e alla “Proposta di riforme politiche”.
Di seguito un estratto deell'intervento di Fabio Cavallucci, Direttore Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, promotore - con Ilaria Bonacossa e Anna Daneri - del Forum.
“Il primo pensiero va ad un fatto doloroso: una persona che ha fondato e seguito il Museo Pecci è scomparsa pochi giorni fa. E’ stata parte fondamentale dei vari consigli di amministrazioni e supporter sia finanziaria che dal punto di vista delle parole, dell’impegno e dell’attenzione del Museo. Per questo il Forum Viene Dedicato ad Elena Pecci. (…) Vi presento ora i temi e le ragioni di questo forum, che hanno una gestazione di alcuni mesi. Io sono rientrato dall’estero dopo alcuni anni di assenza e ho avuto la percezione che l’Italia fosse una sorta di esercito dopo Caporetto, uno senza una gamba, uno senza un braccio, un altro senza un occhio. Nell’arte contemporanea sono come tutti feriti, senza contare i morti! Tutto per la crisi economica e l’assenza di fondi e quindi musei chiusi, assenza di direttori… La cosa che mi ha colpito di più è una situazione di malessere diffuso. Se poi andiamo a vedere i dati, nelle biennali internazionali gli italiani sono davvero pochi: Istanbul 2014 0, Sidney 1, Berlino 2014 1, Manifesta 2014 0, San Paolo 2014 0, Venezia 4, Istanbul 2015 5 (con curatrice italiana però). E’ chiaro che quando si parla di cultura non si dovrebbero guardare i numeri, ma è significativo che il sistema dell’arte internazionale non riconosca particolare valore all’arte italiana. E non è colpa dei grandi curatori internazionali, di Enwezor che non ha visitato gli studi italiani. Lui ha risposto che non ne ha scelti perché non sono in grado di rappresentare la contemporaneità. Senza dubbio abbiamo tantissimi artisti che potenzialmente potrebbero avere grande qualità, ma il sistema non dà loro occasione di emergere. Dobbiamo riconoscere che abbiamo un sistema che non è in grado di consentire di svilupparsi in modo adeguato per dialogare in ambito internazionale.
Scusate se sarò un po’ feroce, ma bisogna essere determinati e chiari. Ecco i nostri temi. La formazione: le accademie italiane sono molto inferiori di tante accademie straniere, perché non vogliono mostrare quello che succede fuori dall’accademia. In Italia per esempio manca del tutto la possibilità di consentire agli artisti di formarsi e svilupparsi dopo l’accademia, cose che gli altri paesi hanno affrontato con sistemi post accademia. C’è poi un altro problema, di mancanza di dibattito critico. Si va alle inaugurazione il più delle volte per il brindisi finale, spesso non si guardano le opere e comunque non sono discusse e approfondite né nel bene né nel male. Purtroppo dobbiamo ammettere che c’è una generalizzata melassa che coinvolge il sistema dell’arte, i media. C’è un problema di censura e di autocensura. L’artista italiano, ma anche il direttore e curatore, sa benissimo che non può toccare certi temi, fare certi movimenti: sesso no, religione no, politica no. Come si fa a produrre arte di qualità se l’artista deve muoversi come una gincana che ha dentro di sé e di cui non se ne rende neanche più conto. Poi ci sono sistemi, come la Gran Bretagna, che hanno attuato la distanza della politica e dell’istituzione dall’arte, dalla cultura. Tutto questo vorrei che fosse discusso guardandosi negli occhi, cercando di trovare delle soluzioni. Ma se tanti di noi decidessero di cambiare da domani e decidessero di essere più forti e decisi un segno si vedrebbe. Ci sono situazioni che non dipendono da noi stessi, ma dal governo, dal ministero. In Italia manca quel tipo di istituzione che esiste in tutti i paesi minimamente evoluti (Gran Bretagna, Svizzera, Polonia, Romania), un sistema che promuove l’arte nazionale e fa sì che quando un artista sia invitato in mostre internazionali abbia un piccolo finanziamento per produzione, catalogo, trasporto. (…) Non ho organizzato il forum da solo, ma ho incontrato vecchi e nuovi amici con cui organizzare questo lavoro. Un passo in più lo possiamo fare tutti insieme, in caso contrario non lo facciamo più, o non troveremo la soluzione finale. Il forum siete voi, sono quei tanti giovani collaboratori che hanno organizzato, con forza, volontà e impegno economico, i tavoli dove i relatori partecipanti si espongono. Ma sono anche le generazioni precedenti, che hanno fatto la storia dell’arte.

Report di Marco Arrigoni
http://atpdiary.com/forumdellartecontemporaneo-1giorno/

Immagine: Da sinistra Achille Bonito Oliva, Fabio Cavallucci, Direttore del Centro Pecci - credits Nicol Claroni - Forum Arte Contemporanea, Prato