martedì 17 novembre 2015

STEFANO GRONDONA: I QUADRI HANNO GLI OCCHI E MI RODONO L'ANIMA - SATURA, GENOVA




STEFANO GRONDONA
I QUADRI HANNO GLI OCCHI E MI RODONO L'ANIMA
Satura
piazza Stella 5/1 - Genova
14/11/2015 - 25/11/2015

Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia.
Erasmo da Rotterdam

Stefano Grondona osserva il mondo con estrema lucidità e ne rappresenta con divertito disincanto tutta la follia e le contraddizioni. Unico nel panorama italiano, realizza opere tridimensionali grazie ad un procedimento di stratificazioni di cartoncini intagliati e distanziati da un materiale semi plastico che gli permette di infondere profondità alla composizione e accentuarne l’effetto drammatico. La scelta della sequenza cromatica dei cartoncini non è prestabilita nella fase progettuale/disegnativa, ma improvvisata in fase di montaggio seguendo l’ispirazione e ricercando gli accostamenti che rendano al meglio contrasti e armonie o accentuino le volumetrie.
L’atto creativo è totalmente libero, risponde solo alle sue esigenze narrative ed espressive, ma nelle sue opere nulla è casuale: come un esperto regista Grondona immagina la trama, predispone la scena e la fotografa, incidendola nella carta – il procedimento elaborato è frutto di anni di sperimentazione in campo fotografico.
Artista visionario e geniale, è capace di tratteggiare scene di perfetta orchestrazione, stilizzando le figure e riducendo al minimo gli elementi compositivi. Interessato all’attualità, tratta solo tematiche contemporanee, illuminando come un faro la verità, ritraendo le incoerenze umane, e rendendole manifeste. Questa aspirazione realista lascia affiorare la sua personale interpretazione della società, sarcastica e spietata, da cui sembra essere esclusa ogni possibilità di sottrarsi ad un destino beffardo e crudele.
La lama che incide con chirurgica perizia i cartoncini colorati corrisponde alla lama intellettuale che disseziona la mente e l’anima senza lasciare margini di fuga a soluzioni consolatorie. Ma più il soggetto è grave, più i colori devono attrarre lo spettatore, affascinarlo in un gioco di antitesi: la gamma cromatica volutamente vivace determina un effetto di straniamento rispetto alla tematica trattata e genera un forte impatto psicologico. Le opere di Grondona si possono ricondurre a filoni tematici la cui ispirazione spazia dal campo letterario, a quello cinematografico: l’immagine sacra, la città nuda, gli strumenti musicali, i Cristi, i vizi, le scene dell’Apocalisse. Influenzato dal Surrealismo, dalla Pop Art, dall’Espressionismo e, in particolare, dall’opera di Bacon e Munch, se ne discosta attraverso l’elaborazione di un linguaggio del tutto originale che non è possibile relegare nella definizione di una sola corrente artistica.
La sua analisi della condizione umana lascia emergere la visione di uomo consapevole del dramma esistenziale, in cui gioca un ruolo fondamentale la percezione dell’identità. Grondona ha saputo rappresentare i tormenti della società contemporanea in cui verità oggettiva e capacità immaginative si mescolano in una concezione filosofica simile a quella che Herzog definiva “verità estatica”: più profonda di quella apparente, banale e superficiale, che si ottiene riproducendo i fatti reali, una verità che scuote l’anima e che si può raggiungere “solo attraverso invenzione e immaginazione e stilizzazione”.
(Testo critico a cura di Flavia Motolese)

Immagine: Stefano Grondona, Gli occhi negli occhi, cartoncini intagliati e poliplat cm 70x 100, 2015.