sabato 20 febbraio 2016

ALBERTO ISSEL TRA PITTURA E ARTI INDUSTRIALI - ACCADEMIA LIGUSTICA DI BELLE ARTI, GENOVA




ALBERTO ISSEL TRA PITTURA E ARTI INDUSTRIALI
Accademia Ligustica di Belle Arti
Largo Alessandro Pertini 4 - Genova
19/2/2016 - 31/12/2016

L’arrivo a Genova di una parte significativa della collezione di Alberto Issel (Genova 1848–1926) riporta l’attenzione sull’artista genovese e sulla sua poliedrica attività di pittore, designer e imprenditore, a poco più di un anno dalla chiusura dello storico negozio che portava il suo nome, nell’ottocentesca via Roma.
Quaranta opere, tutte inedite, firmate da Alberto Issel e dagli amici pittori – Nicolò Barabino, Santo Bertelli, Giuseppe Pennasilico, Plinio Nomellini, Federico Maragliano - arricchiranno il patrimonio artistico della città e saranno allestite, in permanenza, in parti uguali, presso il Museo dell’Accademia Ligustica e in Galleria d’Arte Moderna insieme alle insegne in vetro del negozio Issel donate alla GAM nel 2014 dalla famiglia Mosetti Casaretto, proprietaria dell’immobile, grazie all’azione di tutela e di sensibilizzazione delle Soprintendenze liguri.
I dipinti del comodato si riferiscono all’intenso periodo di lavoro di Alberto Issel, protagonista con Ernesto Rayper, Alfredo D’Andrade, Benedetto Musso, Serafín Avendaño della “Scuola dei Grigi” guidata da Tammar Luxoro, tra Genova, la Riviera Ligure, le rive della Bormida e Rivara nel Canavese, e attestano pure la presenza dell’artista alle mostre della genovese Società Promotrice di Belle Arti tra il 1872 e il 1880, fissando un arco di attività dal 1870 al 1916 e testimoniando il perdurare del suo impegno di pittore a dispetto dei gravi problemi alla vista che lo colpirono a partire dal 1880.
Un evento reso possibile dalla generosità culturale di Anna Adele De Angelis, una delle ultime eredi dell’artista per una via tutta al femminile, che ha deciso di offrire in comodato la raccolta del trisnonno Alberto, a lei rimasta tra Roma e Milano, dopo averne sostenuto anche l’onere del restauro.
La raccolta, formatasi a Genova, venne messa in salvo in un convento di monache, quando il 15 ottobre 1943 i bisnonni di Anna Adele, Luisa Issel, una dei tre figli del pittore, e suo marito Gustavo Lusena, riparando in Svizzera, attraverso il confine a Ponte Tresa, svelavano alla polizia di frontiera le ragioni della loro fuga legata alle leggi razziali contro gli ebrei.
E il legame con Genova è rafforzato anche dalla figura di Gustavo Lusena, celebre chirurgo attivo in città, docente universitario presso l’ateneo genovese e con un ruolo di amministratore come assessore comunale all’igiene. Espulso da ogni incarico pubblico nel 1938, vedeva sequestrata la sua clinica privata e nel timore “d’essere preso dalle SS Germaniche quale ostaggio” era costretto a fuggire con tutta la famiglia per evitare la deportazione in Germania. Deportazione che non risparmiò Arturo, morto ad Auschwitz nel 1943, figlio primogenito di Alberto Issel, pittore che oggi si celebra con questo evento.
Il comodato è l’occasione per proporre al pubblico un percorso attraverso tre musei cittadini. Non solo la Galleria d’Arte Moderna, che offre già una sala intitolata a Issel con un dipinto di proprietà, Bivacco intorno al fuoco, e con l’elegante salotto liberty della Wolfsoniana per documentare la versatilità creativa dell’artista. Non solo il Museo dell’Accademia Ligustica che possiede un nucleo di maioliche neomedievali realizzate dall’artista per la “Bottega del vasaio” al Borgo del Valentino nel 1884; ma anche il Castello D’Albertis con il suo scenografico Salotto turco i cui arredi furono in parte commissionati dal capitano D’Albertis alla ditta “Alberto Issel Arti Industriali”, tra il 1891 ed il 1892, come è stato solo di recente scoperto negli archivi del Museo.
Un prestito giungerà, ad arricchire la sezione di ceramiche del Museo dell’Accademia, anche dalle collezioni civiche di ceramiche dei Musei di Strada Nuova.
Dalla fine di aprile 2016 la riflessione sulle opere moderniste di Alberto Issel troverà una sponda internazionale e un completamento di percorso nella mostra Alfons Mucha e le atmosfere Art Nouveau che giungerà a Palazzo Ducale dopo la prima sede milanese.
In primavera si offriranno al pubblico una serie di appuntamenti musicali, con la partecipazione del Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, e di incontri su temi scientifici, distribuiti nelle varie realtà museali, con specialisti di varie discipline – Maria Camilla De Palma, Matteo Fochessati, Alessandra Gagliano Candela, Elisa Gagliardi Mangilli, Maria Flora Giubilei, Caterina Olcese Spingardi, Loredana Pessa, Maria Stella Rollandi, Giulio Sommariva – legati alla raccolta di opere esposte e all’attività di Issel.

Alberto Issel, la sua arte, gli amici pittori
Attratto dalle novità della pittura di macchia, nel 1867 Issel si trasferì a Firenze dove seguì le lezioni “dal vero” di Karl Markò e conobbe l’opera di Fattori condividendo soggetti militari e gusto per piccole tele di taglio orizzontale. Tornato a Genova, con Avendaño, D’Andrade, Musso, aderì alla “Scuola dei Grigi” guidata da Tammar Luxoro, fondata sull’interesse per il vero e per la sua restituzione “emozionale” e, intorno al 1870, a Roma, conobbe da vicino la pittura smaltata di Mariano Fortuny. Colpito nel 1880 da una grave malattia agli occhi, smise, ma non del tutto, di dipingere, per rivolgersi alle arti decorative esordendo alla mostra del 1884 nel Borgo del Valentino a Torino con la “bottega del vasaio”, di cui il Museo dell’Accademia conserva alcune ceramiche. Nel 1892, aprì a Genova, in via Roma, un negozio di “Arti Industriali” e un laboratorio per la fabbricazione di mobili e partecipò all’Esposizione colombiana di quello stesso anno con arredi eclettici tra neorococò ed esotismi. L’Esposizione torinese del 1902 segnò, invece, la sua svolta verso il liberty e il suo ingresso a importanti esposizioni italiane ed estere. Una produzione ispirata con misura a modelli europei, arricchita da elementi naturalistici nei quali riemergono la sua ricerca en plein air e il suo pieno inserimento nel mondo artistico del suo tempo, evidente nella raccolta De Angelis per la presenza di opere degli amici Nicolò Barabino, con una serie di disegni legati a importanti cicli pittorici conservati nei palazzi della nostra città, Santo Bertelli, Giuseppe Pennasilico, con un delizioso ritratto a pastello della figlia Luisa Issel, Plinio Nomellini, Federico Maragliano.